Emergenza Trasimeno, le richieste delle imprese turistico ricettive all’aria aperta
Il calo delle presenze turistiche si somma ai problemi “storici” del Lago: mai come ora è dunque necessaria una riflessione ad ampio raggio per rilanciare un territorio dalle enormi potenzialità, ma afflitto da tante questioni irrisolte e forse anche in crisi di identità.
La richiesta è di Faita Umbria Confcommercio, l’associazione delle imprese turistico ricettive all’aria aperta che nella zona del Trasimeno ha una forte rappresentanza.
“La destinazione Trasimeno vive una crisi di sistema iniziata molti anni fa e che sta proseguendo in maniera sempre più evidente”, dicono le imprese Faita Umbria.
“Il legislatore regionale bene ha fatto a prevedere strumenti di finanziamento ad hoc per l’area (bandi ITI) che però sono ancora in fase di avvio e che potranno esprimere i risultati a partire dalla prossima stagione, soprattutto per ciò che riguarda le ristrutturazioni delle aziende all’aria aperta.
Apprezzabile in questo senso anche l’impegno della Camera di Commercio di Perugia, che ha organizzato iniziative ed eventi formativi per supportare le imprese nella difficile gestione del mercato.
Ma tutto questo non è ancora sufficiente: occorre una definizione chiara della destinazione Trasimeno, un piano di marketing strategico pluriennale condiviso e puntuale; non possiamo continuare a fare finta che va tutto bene e sperare nella buona sorta.
Il Trasimeno deve definire chi è, a chi si vuole rivolgere e come intende essere presente sui mercati obiettivo, riunendo finalmente sotto un unico soggetto la promozione e la commercializzazione. L’auspicio è che tale questione possa essere oggetto di un confronto serio e costruttivo con i nuovi amministratori regionali che andremo ad eleggere nei prossimi mesi.
Nel frattempo, anche al fine di salvaguardare la stagione appena iniziata e permettere una piena vivibilità del lago, Faita Umbria – Confcommercio chiede con urgenza un confronto con le amministrazioni locali per richiamare l’attenzione sulle problematiche mai risolte del lago affinché le stesse siano gestite in maniera corretta.
Ad esempio la questione dei chironomidi (non sono ancora state montate le tofulamp), la manutenzione delle sponde, i dragaggi, la gestione del livello delle acque e la manutenzione generale del territorio. Ma è importante anche sottolineare la necessità di controllare il fenomeno degli affitti in nero, che oltre a mettere in campo una concorrenza sleale nei confronti delle attività in regola drenano importanti risorse per il territorio, a cominciare dal mancato versamento della tassa di soggiorno”.
I dati sul movimento turistico sostengono le tesi di Faita Umbria.
Da una indagine condotta sull’andamento turistico di questo primo scorcio di stagione, si evidenzia per le strutture ricettive all’aria aperta dell’area del Trasimeno una situazione molto seria e preoccupante. Mentre in alcune piccole realtà si registrano arrivi e presenze significative, nel resto del territorio lacustre, e soprattutto nei campeggi e villaggi di medie e grandi dimensioni, si stanno verificando sensibili diminuzioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Dal 2002 al 2018 – denuncia Faita Umbria – l’Italia ha visto aumentare gli arrivi del 51%, le presenze del 24%, mentre nello stesso periodo l’Umbria è cresciuta della metà per quanto riguarda gli arrivi (+22%) e le presenze sono rimaste invariate.
In questo quadro di crescita modesta della nostra regione rispetto al quadro nazionale, il Trasimeno ha perso il 18% di presenze. Nel 2007 le presenze erano circa 1.150.000; nel 2018 sono scese a 868.000 unità.
E’ chiaro che, in questo quadro, il 2019 si sta presentando molto critico per il territorio del Lago che, già in costante flessione, soffre ancora di più a causa della risalita dei mercati mediterranei e ad una flessione di tutta Italia.
Ecco perché è importante agire subito, e in modo coordinato – concludono le imprese Faita Umbria – in modo da non trovarci impreparati per la prossima stagione turistica”.
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