Tassa di soggiorno a Cascia, netto “NO” di Federalberghi Confcommercio | Confcommercio

Tassa di soggiorno a Cascia, netto “NO” di Federalberghi Confcommercio

Per l’associazione degli albergatori, l'introduzione dell'imposta di soggiorno a Cascia sarebbe una scelta che penalizza il territorio e il turismo.
martedì 19 Marzo 2019 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Netto “no” di Federalberghi Umbria Confcommercio alla introduzione dell’imposta di soggiorno da parte del Comune di Cascia. Alla storica contrarietà dell’associazione maggiormente rappresentativa delle imprese ricettive umbre all’imposta, da sempre avversata perché considerata iniqua, si aggiungono ragioni specifiche legate alla situazione locale, ribadite dai rappresentanti Federalberghi in occasione dell’incontro in cui l’amministrazione comunale ha comunicato la propria scelta, che si è svolto peraltro il giorno prima della riunione del Consiglio Comunale (ndr. in programma oggi) chiamato a deliberarla, quindi sostanzialmente a “cose fatte”.

“Siamo stati messi di fronte ad una decisione già presa – commenta il presidente Federalberghi della provincia di Perugia Simone Fittuccia – e già questo è criticabile, perché il confronto con i soggetti che saranno chiamati a svolgere l’ingrato compito di fare i “sostituti d’imposta” per conto del Comune, ovvero le imprese ricettive, avrebbe dovuto svolgersi a monte.
Oltre al problema di metodo, ci sono tante e pesanti ragioni oggettive che motivano il nostro parere negativo, e noi le abbiamo ribadite al sindaco nel corso dell’incontro che si è svolto lunedì 18.

Cascia e l’intera Valnerina stanno tentando di uscire, con molta difficoltà, da un periodo difficilissimo legato al terremoto, che ha provocato insieme ai danni materiali tanti danni alla nostra immagine; molti beni artistici non sono ancora fruibili in città, e l’introduzione dell’imposta di soggiorno sarebbe un ulteriore disincentivo a soggiornare, quindi al turismo di qualità, quello che si ferma più giorni, alimentando invece il turismo “mordi e fuggi”, che lascia ben poco al territorio.
Cascia vive tra l’altro soprattutto di turismo di gruppo: i contratti con i tour operator per la stagione 2019 sono stati già firmati, e non sono modificabili, quindi è inaccettabile l’introduzione dell’imposta a partire da quest’anno, perché i costi ricadrebbero direttamente sulle imprese ricettive. Non solo: data l’applicazione dell’imposta a “macchia di leopardo” e le distanze minime, i gruppi saranno incentivati a soggiornare altrove, in Comuni dove l’imposta non c’è, con un danno enorme per l’economia del territorio. Ultimo, ma non ultimo, l’introduzione della tassa di soggiorno rischia anche di alimentare abusivismo e ricettività “poco trasparente” per quanto riguarda ad esempio il turismo delle famiglie: ci sarà di sicuro qualche “furbetto che non registrerà i clienti per non fargli pagare la tassa, e non saranno certo gli alberghi”.

Federalberghi esprime perplessità anche rispetto alle ragioni addotte dall’amministrazione comunale per giustificare l’introduzione di questo nuovo balzello: “Ci è stato spiegato – commenta ancora Fittuccia – che gli introiti dell’imposta saranno destinati al rilancio del turismo, ad eventi e iniziative che divulghino l’immagine della città. Al di là del paradosso per cui per rilanciare il turismo usiamo i proventi di un imposta che lo penalizza, ricordiamo all’amministrazione comunale che la Regione Umbria ha già nel proprio piano di promozione un intervento e investimento specifico a favore di Cascia e delle altre zone terremotate. Per quanto riguarda gli eventi, lanciamo al Comune una controproposta: attivare un tavolo di confronto, in cui definire un programma e su questo di volta in volta il sistema imprenditoriale si attiverà per dare un contributo. A fronte di tutto questo – conclude il presidente Federalberghi della provincia di Perugia – confidiamo che l’amministrazione faccia un passo indietro, rinunciando ad una scelta che farebbe solo il male del turismo e delle imprese”.