Umbria a rischio spopolamento commerciale, soprattutto dopo il terremoto | Confcommercio

Umbria a rischio spopolamento commerciale, soprattutto dopo il terremoto

Confcommercio chiede agevolazioni fiscali e canoni più accessibili per favorire il ripopolamento commerciale delle città.
mercoledì 22 Febbraio 2017 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Anche l’Umbria è a rischio spopolamento commerciale. E questo non è un problema dei commercianti che abbassano le serrande, ma di tutti, perché la progressiva rarefazione commerciale riduce la qualità della vita dei residenti e l’appeal turistico delle città. Senza i negozi nelle città c’è meno socialità e più criminalità.
Occorrono quindi misure che favoriscano il ripopolamento commerciale delle città, attraverso un’efficace politica di agevolazioni fiscali, ancor più necessaria in Umbria, dove l’effetto diretto e indiretto del terremoto sta provocando danni devastanti a tutte le attività produttive”.
Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio Umbria, commenta così i dati del rapporto “Demografia d’impresa nei centri storici italiani”, presentato oggi dall’Ufficio Studi di Confcommercio, che rappresentano una situazione seria anche sul territorio regionale.

Tra il 2008 e il 2016 il numero di negozi in sede fissa è sceso del 13,2% nelle città italiane, un fenomeno più marcato nei centri storici che in periferia (-14,9% contro -12,4%).
A diminuire sono soprattutto le librerie e i negozi di giocattoli e abbigliamento. In controtendenza solo farmacie e i negozi di telefonia e Ict domestico.
Lo studio ha preso in esame 40 Comuni italiani di medie dimensioni capoluoghi di provincia, in cui risiede l’11,6% della popolazione italiana, e tredici categorie distributive.

Perugia è tra i Comuni presi in esame e i dati che mostra il rapporto sono impietosi.
Dal 2008 al 2016, il centro storico di Perugia ha perso il 23,4% delle attività commerciali; le restanti aree del Comune il 4,8% delle attività.  Mentre a Terni, altro Comune umbro esaminato da Confcommercio, le attività del centro storico sono calate del 6,6 e nelle altre aree del territorio comunale del 9,1.

A Perugia la situazione avrebbe potuto essere ben più pesante se non fossero intervenute le moltissime iniziative di rilancio del territorio sostenute da Confcommercio, che comunque hanno portato, nell’ultimo anno e mezzo, ad almeno 80 nuove aperture di attività commerciali nel centro storico di Perugia.
“Il lavoro che abbiamo realizzato con l’aiuto di tanti imprenditori e dell’amministrazione comunale è stato intenso e ha portato frutti. Ora questi risultati rischiano di essere vanificati dagli effetti del terremoto”, commenta Sergio Mercuri, presidente del Mandamento Confcommercio di Perugia e comprensorio. “In una situazione di eccezionale gravità, occorrono misure straordinarie di sostegno alle imprese che non si vogliono arrendere”.

Alla luce dei risultati della ricerca, Confcommercio propone alle associazioni dei proprietari immobiliari di aprire un confronto per la revisione delle formule contrattuali e per rendere i canoni commerciali più accessibili.

IL RAPPORTO CONFCOMMERCIO


 Demografia d’impresa nei centri storici italiani

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