Rete Imprese Italia: “Cresce la difficoltà di accesso al credito”
Osservatorio trimestrale sul credito delle Pmi. Rispetto al trimestre precedente, cala la percentuale delle piccole imprese che si sono rivolte alle banche per richiedere un nuovo prestito o la rinegoziazione di un prestito preesistente.
Aumentano le difficolta’ di accesso al credito per le Pmi. E’ quanto emerge dai risultato del terzo trimestre dell’Osservatorio trimestrale sul credito delle Pmi, realizzato da Rete Imprese Italia con la collaborazione di Artigiancassa (Gruppo BNP Paribas). In particolare, e’ in riduzione, rispetto al trimestre precedente, la percentuale delle piccole imprese che si sono rivolte alle banche per richiedere un nuovo prestito o la rinegoziazione di un prestito preesistente (15,4% rispetto a 21,7%). Tale dinamica trova conferma anche per le imprese artigiane (13,1% rispetto a 19,2%). Inoltre, il 30,8% delle piccole imprese ha ottenuto un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, contro il 36,5% del trimestre precedente. Il 13,7% ha ottenuto un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, contro il precedente 25,3%. Il 22,1% (rispetto al precedente 11,1%) ha visto rifiutata la propria domanda di credito. Al 30 giugno, i prestiti bancari ai settori produttivi domestici erano pari a 978.492 milioni di euro, in diminuzione del 2,5% su base annua (- 24.925 milioni di euro), con una leggera crescita del peso dei prestiti a medio/lungo termine a discapito di quelli a breve termine. Il 14,9% dei suddetti prestiti bancari e’ in favore delle imprese del ”Commercio” ed il 6,1% di quelle del ”Turismo”. Aggiungendo a tali percentuali la quota delle imprese artigiane che non rientrano nei settori gia’ considerati, pari al 4,1%, si raggiunge il 25,1%, rappresentativo della quota complessiva dei prestiti bancari a favore delle imprese riconducibili a Rete Imprese Italia, pari a circa la meta’ del contributo che tali imprese apportano al valore aggiunto ed all’occupazione. Resta inoltre negativo nel terzo trimestre il clima di fiducia delle micro e piccole imprese, che non prevedono alcun miglioramento nell’economia italiana, rilevando
peraltro un ulteriore peggioramento dell’andamento della propria azienda nel medesimo periodo.
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