Rivolta: "La riforma del lavoro non ha colto nel segno" | Confcommercio

Rivolta: “La riforma del lavoro non ha colto nel segno”

Il ministro del Welfare al convegno sulla riforma del mercato del lavoro. "Convincerò gli scettici che questa è una buona riforma ma nessuno ha la bacchetta magica". Ammortizzatori: confermato il no al rinvio dell'Aspi.

giovedì 12 Luglio 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

 
Il ministro del Welfare e del Lavoro, Elsa Fornero, ha chiuso i lavori del convegno sulla riforma del mercato del lavoro organizzato da Confcommercio. Il ministro parlando della riforma ha ricordato che “nessuno ha bacchette magiche e che se i vincoli sono molti, come nel nostro caso il risultato può essere inferiore alle attese soprattutto se queste sono di tipo miracolistico”. “Convincerò gli scettici – ha detto Fornero – che questa è una buona riforma”. Il mnistro ha poi voluto evidenziare che il governo ha dialogato costantemente con le parti sociali cercando di trovare un equilibrio tra situazioni spesso comntrapposte: “Abbiamo fatto un lavoro di fino cercando di difendere ciò che di buono c’era in ogni forma contrattuale. L’obiettivo è che il miglioramento delle forme contrattuali sia precondizione di migliorare la produttività del lavoro”. Parlando poi di flessibilità, Fornero ha sottolineato che “l’operazione della flessibilità non è fatta nell’esclusivo interesse dei lavoratori ma anche delle imprese”. Il ministro ha analizzato le varie forme contrattuali, evidenziando l’importanza dell’apprendistato che “non deve essere un ingresso a costo inferiore ma una modalità per dare professionalità al lavoratore”. Fornero ha poi toccato il temma delle partite Iva: “esistono le vere partite Iva e le false partite Iva. Non può essere una partita Iva un lavoratore che in realtà è un lavoratore dipendente” e quello dell’Articolo 18: “Abbiamo fatti passi avanti lavorando senza esagerarne l’importanza, abbiamo modificato l’articolo 18 sul presupposto che i giudici del lavoro sappiano fare bene il loro mestiere”. Soffermandosi poi sul capitolo ammortizzatori, il ministro ha precisato che “era stato chiesto un rinvio dell’Aspi ma io ho detto no. Deve entrare l’anno prossimo sia perche’ e’ un elemento qualificante della riforma sia perche’ siamo un Paese dove se rinvii una volta quella cosa non la fai piu'”. “L’Aspi – ha concluso il ministro – e’ un sistema di ammortizzatori universali, anche se non completamente, considerato il fatto che i nostri vincoli finanziari erano stringenti. Ed e’ un ammortizzatore condizionato da due fattori: che il lavoratore si metta in gioco e che vi siano politiche attive del lavoro, non solo sussidi”.