Saldi, si parte! Confcommercio prevede una spesa media di 248 euro a famiglia
Sabato 7 luglio partono ufficialmente anche in Umbria i saldi estivi, come nella maggior parte delle regioni italiane.
Sabato 7 luglio partono ufficialmente anche in Umbria i saldi estivi, come nella maggior parte delle regioni italiane. I saldi dureranno 60 giorni di calendario, e termineranno il 4 settembre.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia, in occasione di questo appuntamento, spenderà in media 248 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento ed accessori – circa 100 euro a testa – per un valore complessivo di 3,7 miliardi di euro, pari al 12% del fatturato annuo del settore. Previsioni di spesa inferiori al quelle del 2011, quando la spesa media era attestata sui 274 euro a famiglia, per un valore complessivo di 4,1 miliardi di euro.
I saldi rimangono comunque un momento molto importante, sia per le imprese che per i consumatori, come evidenziato di seguito.
VALORE DEI SALDI ESTIVI PER L’ABBIGLIAMENTO E LE CALZATURE
Valore dei saldi estivi (miliardi di euro) 3,7
Incidenza (%) dei saldi estivi sulle vendite totali dell’anno 12,0
Numero famiglie italiane (milioni) 25,4
Numero famiglie che acquista in saldo (milioni) 15,2
Acquisto medio a famiglia per saldi estivi (euro) 248
Numero medio dei componenti di una famiglia 2,4
Acquisto medio per persona (euro) 103
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Confcommercio
“Nell’attuale congiuntura – sottolinea Carlo Petrini, presidente del Settore Moda Confcommercio della provincia di Perugia – non pensiamo realisticamente che i saldi possano far crescere in consumi di abbigliamento e calzature in modo da segnare una inversione di tendenza rispetto ad un trend che per il settore è da anni fortemente negativo. Pur non prevedendo dunque una stagione particolarmente entusiasmante – si stima un calo del 9%, passando da uno scontrino medio di 114 euro a persona del 2011 ad una spesa media di 103 euro nei saldi estivi 2012 – anche perché i saldi “privati” più o meno leciti che alcune attività stanno facendo da giorni stanno “sgonfiando” l’interesse della clientela, questo appuntamento rappresenta tuttavia una “occasione” non solo per i consumatori che, mai come adesso, potranno trovare qualità, profondità di assortimento, taglie e colori a prezzi decisamente interessanti, ma anche per gli operatori commerciali, che potranno trarre dai saldi una boccata di ossigeno per le vendite. Per questo, ci aspettiamo che possa essere colta questa opportunità anche per sostenere la nostra economia. Proprio per avere un quadro di come evolvono i saldi nel tempo, il nostro sindacato provinciale, unitamente a quelli delle altre province, procederà anche in questa occasione all’azione di monitoraggio avviata in occasione dei saldi invernali 2012 da Federmoda Italia-Confcommercio per rilevarne l’andamento in ogni regione, con i questionari che saranno inviati ai soci nei prossimi giorni”.
LE REGOLE PER LE IMPRESE
I prodotti interessati da tale tipologia di vendita sono i seguenti:
– generi di vestiario e abbigliamento in genere;
– accessori per l’abbigliamento e biancheria intima;
– calzature, pelletteria, articoli di valigeria e da viaggio;
– articoli sportivi;
– confezioni e prodotti tipici natalizi e pasquali, al termine dei relativi periodi.
La comunicazione di inizio saldi da inoltrare al Comune non è più necessaria.
Si ricorda che i saldi vanno presentati al pubblico esclusivamente con diciture “vendite di fine stagione” o “saldi”.
Sulla merce va indicato:
– il prezzo originario;
– lo sconto espresso in percentuale;
– il prezzo finale di vendita.
Si ricorda che il prezzo deve essere espresso in modo ben leggibile e i caratteri devono essere almeno di 1,5 cm.
Le merci vendute a saldo debbono essere separate in modo chiaro ed inequivocabile da quelle che eventualmente siano poste in vendita alle condizioni ordinarie; in caso contrario tutte le merci esposte devono essere vendute alle condizioni più favorevoli.
Si ricorda, infine, che è fatto divieto tassativo di oscurare le porte a vetri, le finestre o le vetrine con manifesti, cartelloni o altro espediente che impedisca la completa visione dei locali dall’esterno.
LE INFORMAZIONI PER I CONSUMATORI
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:
Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 130 e seguenti Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.
Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Si ricorda inoltre che l’esposizione sulle vetrine dei cartelli con scritte come “saldi” può comportare l’assoggettamento dell’imposta sulla pubblicità.
Per usufruire dell’esenzione al pagamento dell’imposta di pubblicità i cartelli o locandine non devono superare la superficie complessiva di mezzo metro quadrato per ciascuna vetrina o ingresso.
Condividi