Le oltre 10 mila firme raccolte in Umbria per chiedere meno tasse e più sviluppo, nella relazione al governo del presidente Sangalli | Confcommercio

Le oltre 10 mila firme raccolte in Umbria per chiedere meno tasse e più sviluppo, nella relazione al governo del presidente Sangalli

Confcommercio: Una folta delegazione di imprenditori umbri ha partecipato oggi all’Assemblea nazionale

venerdì 22 Giugno 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Alla ripartenza dell’Italia – ha detto questa mattina a Roma il presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli, in occasione dell’Assemblea annuale, alla presenza dei maggiori rappresentati del mondo politico e di numerosi ministri, tra cui il ministro dell’Economia Corrado Passera – serve anzitutto la qualità di una politica alta, di una buona politica.
Senza politica – buona e alta politica – non c’è risposta all’emergenza e, soprattutto, non ci sarà speranza per il futuro. Ne abbiamo avuto riprova dalle migliaia di firme raccolte, in questi mesi, dalle nostre Associazioni”, ha aggiunto il presidente Sangalli, con specifico riferimento alla mobilitazione che ha impegnato nel mese di maggio la Confcommercio territoriale dell’Umbria.
Sono state 10.401 le firme che in appena 10 giorni – a metà maggio – sono state raccolte in Umbria nell’ambito della iniziativa Confcommercio per dire “Basta!” al carico fiscale eccessivo, per chiedere la riduzione della spesa pubblica e soprattutto politiche per lo sviluppo e per il rilancio dei consumi.
Le firme erano state consegnate dal presidente della Confcommercio della provincia di Perugia Giorgio Mencaroni al presidente nazionale della Confcommercio Carlo Sangalli, in occasione dell’ultima riunione del Consiglio Confederale, che si è tenuta a Roma.
“Le firme raccolte – ha detto ancora Sangalli nel corso dell’Assemblea, alla quale ha preso parte anche una folta delegazione di imprenditori umbri – dicono di quanto sia divenuta gravosa, ed in troppi casi ormai insostenibile, la difficoltà del fare impresa.
Le firme dicono del rischio crescente che le imprese chiudano e che, con esse, chiuda l’Italia.
Le firme dicono, soprattutto, della necessità di cambiare: di cambiare rotta e di restituire alle imprese ed all’Italia una prospettiva di crescita e di futuro.
Non basta, allora, stigmatizzare l’antipolitica. Occorre ricostruire la credibilità della politica.  
Serve una politica che abbia, dunque, la forza, il coraggio, la responsabilità di cogliere l’opportunità del non molto tempo che ci separa dalla conclusione della legislatura per promuovere essa stessa autoriforma della politica e dei partiti politici”.

Perugia  22  giugno  2012