“Occorre un patto etico ed economico straordinario" | Confcommercio

“Occorre un patto etico ed economico straordinario”

Intervento del presidente Amoni al convegno Bankitalia

venerdì 22 Giugno 2012 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“L’economia va salvata tutta, non a pezzi.  Il mantra che sentiamo ultimamente è sempre quello: ha un futuro solo chi innova, internazionalizza e fa green economy. Nessuno contesta che si tratti di target su cui puntare. Ma voglio essere molto chiaro: l’innovazione è e deve restare un obiettivo che la Regione deve far raggiungere anche ad un settore erroneamente considerato maturo come il terziario, come ha detto la stessa Regione con il Think Tank del novembre scorso.
L’esportazione deve essere anche quella dei processi e dei format, propria del terziario di mercato. Ed il concetto di green economy non può essere inteso solamente nella sua accezione produttiva, ma va esteso a tutta la filiera perché serve a rafforzare la sostenibilità e la bellezza di un territorio, dei suoi prodotti e della sua cultura”.
All’indomani della presentazione del rapporto Bankitalia, che ha messo in evidenza le difficoltà del sistema economico locale, Aldo Amoni, presidente Confcommercio regionale, interviene a proposito delle “cure” che si stanno immaginando per il “malato” Umbria.
“Quello che suggerisco – aggiunge – è un atteggiamento mentale innovativo che ci conduca ad una programmazione economica integrata che investa tutto il tessuto economico della nostra regione; dimenticare un settore, oggi, significa condannarlo a forti perdite occupazionali e ad una crisi economica che diventa, oltre che un disagio sociale, un problema per tutti.
Sul problema centrale del credito, Amoni rivolge poi un appello a Regione e sistema bancario
“Nessuno contesta – sottolinea Amoni – che, in quanto soggetti economici, le banche debbano guardare con attenzione ai propri bilanci: ma se sono tali, devono anche smettere di socializzare le perdite quando le cose vanno male ed accettare con responsabilità la sfida del mercato ed i rischi che in esso sono naturalmente insiti. Sfida e rischi cui le nostre imprese tutti i giorni non si sottraggono mettendo in pista tutto: patrimonio, famiglia, relazioni ed onore.
Il paracadute che le banche si sono costruite sotto il nome di “Accordi di Basilea” non può essere il pretesto per non concedere credito, perché si tratta di regole che le stesse si sono autoimposte e non che vengono calate dall’alto come a volte qualcuno ci vuole far credere.
Se non ci fossero stati i Confidi delle Associazioni, in questo periodo avremmo perso molto di più, sia in termini di occupazione che di imprese. Oggi il loro ruolo non solo deve essere riconosciuto, ma anche potenziato ed economicamente sostenuto!
Oggi occorre un patto etico ed economico straordinario.
Un patto cioè che metta insieme Banche che operano nel territorio, Regione, Associazioni e sistema della Garanzia per creare un’offerta reale di credito garantito, che vada non solo alle imprese dinamiche ed in salute, quelle che non hanno bisogno di niente, ma anche alle imprese oggi in difficoltà e tuttavia assolutamente salvabili, ma che si vedono nel giro di 24 ore ingiustamente richiamate a rientrare dai fidi, con ciò spesso decretandone la morte”.

 

Perugia  20  giugno  2012