Allarme Confcommercio: “Diminuiscono le imprese che ottengono credito, aumentano i costi”
Assume anche toni drammatici la denuncia delle imprese raccolta da Confcommercio
“Ci stanno uccidendo!”. Assume anche toni drammatici la denuncia delle imprese, specie quelle di piccole e piccolissime dimensioni, raccolta da Confcommercio della provincia di Perugia sul tema del credito, nel corso di un sondaggio condotto nei giorni scorsi.
A chi è piccolo e già sconta gli effetti della crisi, con cali più o meno accentuati di fatturato, insomma, il sistema bancario non concede fiducia. Le singole storie raccontate dagli imprenditori si succedono intorno a questo leit motiv: c’è chi chiede un finanziamento e gli viene negato; c’è qualcuno a cui viene addirittura sconsigliato di chiederlo, tanto scontato è l’esito della eventuale domanda; c’è chi lamenta richieste esorbitanti per un minimo sforamento dello scoperto di conto corrente e chi addirittura un rientro anticipato dal finanziamento ottenuto. Per tutti, c’è un generalizzato aumento delle garanzie richieste e delle spese accessorie.
Le preoccupazioni, e perfino la rabbia, rilevati tra gli imprenditori del commercio, turismo e servizi della provincia di Perugia, trovano conferma nei dati raccolti dall’Osservatorio sul credito – Confcommercio, che, per il quarto trimestre 2011, dimostrano come diluiscano le imprese che ottengono credito, mentre aumentano invece i costi dei servizi bancari.
“Il sistema bancario – commenta Confcommercio – ha di fatto stretto i cordoni della borsa. Il direttore generale dell’Abi aveva assicurato che le banche avrebbero utilizzato la liquidità proveniente dalla Banca Centrale Europea per finanziare imprese e famiglie. Non sempre questo è successo, se è vero che anche il ministro dello Sviluppo Passera ha dovuto invitare le banche ad andare verso le imprese.
Comprendiamo quando dicono che non hanno il compito fare welfare, ma invitiamo le banche che operano in Umbria a riflettere almeno su due tipi di considerazione.
La prima è che, in molti casi, oggi la crisi delle imprese è spesso proprio una crisi di liquidità. Chi si trova in questa condizione – magari perché i propri clienti, o la pubblica amministrazione/cliente, non pagano nei tempi concordati – può rischiare il fallimento anche se ha buone prospettive economiche.
La seconda considerazione, invece, riguarda i dati resi noti nei giorni scorsi sul rapporto tra banche e imprese: in Umbria, i grandi clienti delle banche detengono il 76% delle sofferenze bancarie, ma hanno la quasi totalità dei prestiti. Ai piccoli continuano ad arrivare le briciole, anche se dimostrano di essere pagatori più affidabili. Invitiamo il sistema bancario a rivedere questo ordine di priorità e ad ascoltare con maggiore attenzione le richieste delle piccole e piccolissime imprese, che hanno costruito e vogliono continuare a mantenere vivo il tessuto economico umbro”.
I risultati che emergono dall’Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel quarto trimestre del 2011, realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Ricerche, possono essere così sintetizzati.
Quasi un terzo delle imprese, il doppio di due anni fa, ottiene meno credito di quanto richiesto o non lo ottiene affatto; si riduce – dal 49,8% al 35,8% – la quota di imprese che ottengono finanziamenti uguali o superiori rispetto alla richiesta e sono sempre meno le imprese in grado di far fronte da sole, e senza alcuna difficoltà, al proprio fabbisogno finanziario (la quota è scesa infatti dal 49,2% del terzo trimestre 2011 al 41,8% del quarto trimestre).
In ogni caso, le imprese che si sono rivolte al sistema bancario per chiedere un finanziamento sono solo il 18,1%; anche la situazione relativa alle “condizioni del credito” (tasso di interesse, costi di istruttoria e delle altre condizioni, durata temporale del credito, garanzie richieste agli imprenditori) e ai costi dei servizi bancari è sensibilmente peggiorata rispetto al periodo precedente. Insomma, l’Osservatorio disegna un quadro fortemente negativo – il peggiore rilevato finora – che evidenzia situazioni di particolare disagio soprattutto per le microimprese del commercio e del turismo.
Perugia 2 aprile 2012
Condividi