Confcommercio è anche la casa del lavoro autonomo e delle attività professionali
Più reddito e più occupazione, le Professioni protagoniste della crescita.
Anna Rita Fioroni, imprenditrice umbra responsabile di Confcommercio Professioni, è intervenuta oggi al convegno “Competitività e crescita: il ruolo delle professioni nel terziario” che si è tenuto a Roma presso la sede confederale.
Il settore delle professioni sta dimostrando di avere ampi margini di espansione: servono perciò interventi mirati perché questo comparto giochi il suo ruolo strategico per lo sviluppo dell’economia.
“Il quadro di contesto – ha detto Anna Rita Fioroni – ci disegna una realtà fatta, oltre che da professioni organizzate in ordini e collegi, cosiddette tradizionali, anche da nuove professioni, in continua evoluzione, che acquisiscono nel tempo identità, caratteristiche peculiari e distinguibili.
L’Europa considera ormai le professioni imprese intellettuali, produttrici di servizi e chiede sempre più azioni volte alla liberalizzazione e all’abolizione di tariffe e riserve. Il libero professionista in Europa è parificato all’impresa. In Italia ci sono i primi segnali che fanno sperare nella piena attuazione di questo tipo di approccio; si sono fatti passi avanti per uniformarsi al dettato europeo e considerare le attività professionali assimilabili ad attività di impresa”.
La Fioroni ha sottolineato che per la prima volta, infatti, con la Legge di stabilità 2016, i lavoratori autonomi professionali sono equiparati alle PMI per l’accesso ai piani operativi nazionali e regionali a valere sui fondi strutturali europei.
Secondo la ricerca dell’Ufficio Studi Confcommercio presentata oggi, tra il 2008 e il 2014, ovvero gli anni della crisi nel corso dei quali l’occupazione complessiva è scesa di 800mila unità, il numero dei professionisti è salito di 130mila unità fino a quota un milione e 300mila circa, arrivando a rappresentare il 5,8% sul totale dell’occupazione, e l’85% di questa crescita è dipesa dai cosiddetti non ordinistici (circa 340mila persone,+49% in più rispetto al 2008).
Il reddito complessivo prodotto da questi ultimi, sempre negli anni della recessione, è salito di quasi il 16%, passando dai 4,9 miliardi del 2008 ai 5,6 miliardi del 2014, a fronte di un reddito da lavoro e impresa che nel periodo ha accusato una flessione di oltre sei punti percentuali.
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