Dal 12 al 25 marzo chiusi bar, ristoranti e negozi in tutta Italia. Aperti alimentari e farmacie
In una dichiarazione diffusa la sera di mercoledì 11 marzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato nuove misure restrittive su tutto il territorio italiano per combattere la diffusione del Covid-19. Il nuovo decreto è stato subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Disposta la chiusura di negozi (tranne alimentari), bar, ristoranti, pub. Aperti farmacie, tabaccai, edicole, benzinai.
I provvedimenti saranno in vigore dal 12 al 25 marzo.
IMPORTANTE: Sono tanti i dubbi interpretativi circa le attività ricomprese tra quelle che devono stare chiuse o possono stare aperte (stiamo attendendo delucidazioni ad esempio per le attività promiscue e per le attività artigianali: pasta fresca, pizzerie, pasticcerie, piadinerie, panetteria). Stiamo lavorando per risolvere queste incertezze.
IL TESTO DEL DECRETO
ASCOLTA LA DICHIARAZIONE DI CONTE
L'ELENCO DELLE ATTIVITA' CHE POSSONO STARE APERTE
LE MISURE PRINCIPALI ADOTTATE
Il provvedimento – che produce effetti dal 12 al 25 marzo prossimo, introduce sull’intero territorio nazionale ulteriori più stringenti misure per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19.
Nel rinviare alla lettura del decreto per le singole prescrizioni, si evidenziano di seguito alcune misure di più diretto interesse:
- Sospensione attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per l’attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, individuate nell’allegato 1 (a questo proposito per capire se la tua attività rientra tra quelle di cui è consentita l’apertura consulta questo elenco e controlla il tuo codice Ateco) sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali purchè sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari (ma molti Comuni umbri hanno sospeso i mercati tout court). Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
- Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale che garantiscano la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto. Restano, altresì aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
- Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (tra cui parrucchieri, barbieri, estetisti) diverse da quelle individuate nell’allegato 2 (lavanderie, tintorie, servizi di pompe funebri e attività connesse).
- Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.
- Possibili interventi di programmazione con riduzione e soppressione dei servizi di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali.
- In ordine alle attività produttive e alle attività professionali si raccomanda che: sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza; siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva; siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione; assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile, rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale e siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali.
- Per tutte le attività non sospese si invita al massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile.
- Dalla data di efficacia delle disposizioni del decreto in commento cessano di produrre effetti, ove incompatibili con le sue disposizioni, le misure di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 e 9 marzo scorsi.
IL DISCORSO DI CONTE
Ecco la parte del discorso pronunciato dal presidente Conte la sera di mercoledi 11 marzo, in cui annuncia le nuove misure restrittive.
“….Ho fatto un patto con la mia coscienza. Al primo posto c’è e ci sarà sempre la salute degli italiani.
Soli pochi giorni fa vi ho chiesto di cambiare le vostre radicate abitudini di vita, rimanendo a casa il più possibile, uscendo solo lo stretto necessario.
La stragrande maggioranza di voi italiani ha risposto in modo straordinario. Quando ho adottato queste misure, che limitano anche alcune delle nostre amate libertà, ero consapevole che si trattava di un primo passo. E ragionevolmente non sarebbe stato l’ultimo.
Oggi è chiaro, siamo consapevoli che in un Paese grande, moderno, complesso, come lo è il nostro, bisogna procedere gradualmente: affinché tutti possano comprendere il momento difficile che stiamo vivendo e accettare i cambiamenti richiesti.
Ora è arrivato il momento di compiere un passo in più.
Quello più importante. L’Italia sarà sempre una zona unica. L’Italia protetta.
Ma ora disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali e di vendita al dettaglio, ad eccezione dei negozi di generi alimentari, di prima necessità, e delle farmacie, delle parafarmacie.
Quindi non è necessario fare nessuna corsa per acquistare cibo nei supermercati.
Chiudono però negozi, bar, pub, ristoranti, lasciando la possibilità di fare consegne a domicilio.
Chiudono anche parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa che non garantiscono la distanza di sicurezza di 1 metro di sicurezza.
Per quanto riguarda le attività produttive e professionali, va attuata il più possibile la modalità del lavoro agile, vanno incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti.
Restano chiusi i reparti aziendali che non sono indispensabili per la produzione.
Le industrie potranno ovviamente continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano protocolli di sicurezza per i propri lavoratori al fine di evitare il contagio.
Sono incentivate le fabbriche e le industrie a prendere misure che siano adeguate per reggere questo momento: quindi regolazione dei turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili.
Resta ovviamente garantito lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali, tra cui i trasporti, i servizi di pubblica utilità, i servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi nonché tutte quelle attività necessarie accessorie rispetto al corretto funzionamento dei settori rimasti in attività.
Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività.
Quindi continueranno le loro attività nel rispetto della normativa igienico-sanitaria.
La regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti alle attività lavorative per motivi di salute o per motivi di necessità, come fare la spesa.
E’ importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini. L’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane.
Nessuno quindi deve pensare che già domani, nei prossimi giorni, potremo misurare l’impatto di queste misure. Per avere un riscontro effettivo dovremo attendere un paio di settimane. E questo è molto importane. Quindi, lo voglio dire, se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile non significa che dovremo affrettarci a vare nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro, dobbiamo essere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili”.
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