Cosa fa Confcommercio per me? | Confcommercio

Cosa fa Confcommercio per me?

Proviamo a rispondere a una domanda – cosa fa Confcommercio per me? - che qualche volta gli associati pongono in modo diretto.
Confcommercio è consulenza, servizi su misura, punto di riferimento per le imprese che vogliono crescere. Ma è anche molto altro, più difficile da raccontare.
In condizioni rese impegnative dalla quantità dei competitor e qualche volta dalla qualità della politica, Confcommercio porta avanti con determinazione ed efficacia la sua attività di rappresentanza degli interessi delle aziende del terziario di mercato.
E i risultati arrivanoA partire, dallo stop alle multe ai commercianti senza Pos.
giovedì 28 Novembre 2019 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Mentre sono ancora in corso i lavori nel “cantiere” della manovra, già si parla di un taglio netto alla tassa sulla plastica, una riduzione delle “microtasse” di circa un miliardo, il rinvio della lotteria degli scontrini chiesto da Confcommercio.
Vediamo cos’altro ha ottenuto in questi ultimissimi mesi Confcommercio sul fronte fiscale, a beneficio delle imprese che rappresenta
A partire, dallo stop alle multe ai commercianti senza Pos, misura rispetto alla quale Confcommercio chiede anche un potenziamento della dotazione del credito d’imposta a valere sul monte commissioni a carico delle imprese.
INFO: Responsabile Fiscale Seac Confcommercio, Nicoletta Censi, Tel. 075.506711 – n.censi@confcommercio.umbria.it

Eliminazione degli aumenti delle aliquote IVA per il 2020

Sul disegno di legge di bilancio 2020 la Confcommercio ha giocato d’anticipo e in attacco e, già prima dell’inizio dell’iter parlamentare della manovra finanziaria, ha conseguito risultati di particolare rilievo in materia fiscale.
Confcommercio, unica associazione d’impresa a sostenere questa posizione mentre le altre remavano contro, ha ottenuto il blocco agli aumenti dell’IVA, che avrebbero avuto un impatto devastante sui consumi delle famiglie e quindi economicamente recessivo.
Nel 2020 l’IVA dunque non verrà aumenta: le clausole di salvaguardia previste sono state eliminate. La misura vale circa 23 miliardi di euro.
Se non avessimo eliminato queste clausole, a partire dal 1° gennaio 2020, l’aliquota
IVA ordinaria sarebbe passata dal 22% al 25,2%, e quella ridotta dal 10% al 13%.
Confcommercio dovrà però continuare su questa strada e scongiurare, totalmente, gli aumenti delle aliquote IVA previsti nel 2021 e nel 2022.

Deducibilità dalle imposte sui redditi (IRPEF/IRES) dell’IMU corrisposta sugli immobili strumentali delle imprese

Dopo l’incremento dal 20% al 40% della deducibilità dell’IMU corrisposta sugli immobili strumentali delle imprese, avvenuto con legge di bilancio 2019, con il “Decreto Crescita” è stata ulteriormente elevata la percentuale di deducibilità dell’imposta locale dalle imposte sui redditi (IRPEF/IRES) fino a raggiungere, a regime nel 2023, la totale deducibilità.
In particolare:

  • per il periodo di imposta 2019, la deducibilità passava dal 40% al 50%;
  • per i periodi di imposta 2020 e 2021, la deducibilità passava dal 50% al 60%;
  • per il periodo di imposta 2022, la deducibilità passava dal 60% al 70%;
  • a decorrere dal periodo d’imposta 2023, a regime, la deducibilità passava dal 70% al 100%.

Con il disegno di legge di bilancio il Governo è intervenuto, nuovamente, nella direzione auspicata dalla Confcommercio anticipando, di fatto, di un anno (dal 2023 al 2022) l’integrale deducibilità dell’imposta locale corrisposta sugli immobili strumentali e determinando un significativo risparmio d’imposta per imprese e lavoratori autonomi.
In particolare:

  • per il periodo di imposta 2019, la deducibilità viene confermata al 50%;
  • per i periodi di imposta 2020 e 2021, la deducibilità viene confermata al 60%;
  • a decorrere dal periodo di imposta 2022, a regime, la deducibilità passa dal 70% al 100%.

Unificazione di IMU e TASI e introduzione del «Canone Unico»

L’unificazione di IMU e TASI (a decorrere dal 2020) ed il varo di un “Canone Unico” (a decorrere dal 2021) – che accorpa TOSAP, COSAP, imposta comunale sulla pubblicità, diritto sulle pubbliche affissioni e canone per l’installazione di mezzi pubblicitari – sono misure che vanno nella giusta direzione della semplificazione della tassazione locale.
Per Confcommercio però l’obiettivo da perseguire, con determinazione, è quello di una riduzione delle aliquote d’imposta e dei canoni. Per questo si sta adoperando affinché, fino a quando non sarà effettuata un’approfondita valutazione dell’impatto economico sulle imprese del nuovo canone, la misura non possa entrare in vigore.

Proroga delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico, le ristrutturazioni edilizie ed il «bonus mobili»

Il Governo ha accolto la proposta di Confcommercio di prorogare anche per il 2020 le agevolazioni fiscali relative agli interventi di ristrutturazione edilizia, compreso il “bonus mobili”, e di riqualificazione energetica, nelle medesime misure del 50% e del 65% previste per il 2019.
Inoltre, è stata introdotta una nuova detrazione, in misura pari al 90%, delle spese relative al restauro della facciata degli edifici.

Introduzione della «Web Tax» sui servizi digitali

E’ stata introdotta un’imposta sui servizi digitali pari al 3% sui ricavi dei soggetti che hanno un volume di affari pari o superiore a 750 milioni di euro, di cui almeno 5,5 milioni di euro realizzati nel territorio dello Stato italiano per “prestazione di servizi digitali”.
Nel suo intervento all’Assemblea nazionale dello scorso 6 giugno, il presidente Confcommercio Carlo Sangalli si era rivolto ai membri del Governo dicendo: “non è possibile che un commerciante, un imprenditore, debba pagare le tasse – tutte e subito – mentre questo non vale per i grandi monopoli del web!”
L’imposta, che decorre dal 2020, resterà in vigore fino all’attuazione della normativa che deriverà dagli accordi raggiunti in sede internazionale in materia di tassazione dell’economia digitale (“sunset clause”).

Proroga del «superammortamento» e dell’«iperammortamento»

Vengono prorogate fino al 31 dicembre 2020 alcune misure agevolative fiscali per le imprese.
In particolare, il “superammortamento” consente di maggiorare, ai fini fiscali, del 30% (quindi, l’ammortamento passa dal 100% al 130%) il costo degli investimenti in beni materiali strumentali nuovi. Sono esclusi dall’agevolazione i veicoli aziendali.
Il “superammortamento” non si applica sulla parte degli investimenti complessivi che eccedono il limite di 2,5 milioni di euro.
L’“iperammortamento” consente di maggiorare, ai fini fiscali, dal 50% al 170% (a seconda del valore dell’investimento), il costo di acquisizione di beni materiali strumentali nuovi funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale.

Credito d’imposta su commissioni pagamenti elettronici e «cashback»

Gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni con un ammontare di ricavi o compensi non superiore a 400.000 euro, a fronte di cessioni di beni e prestazioni di servizi rese a consumatori finali, potranno usufruire di un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito e prepagate.
Il ricorso al credito di imposta per la riduzione delle commissioni che gravano sulle imprese che accettano tali mezzi di pagamento è sicuramente un utile strumento, ma la dotazione della misura (26,95 milioni di euro per il 2020 e 53,9 milioni a regime) è per Confcommercio decisamente insufficiente per una risposta «sistemica» a fronte di un monte commissioni stimabile nell’ordine di circa 2 miliardi di euro annui.
Inoltre, in considerazione del fatto che nella legge di bilancio risultano stanziati 3 miliardi di euro, per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per i rimborsi in denaro finalizzati a favorire l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento da parte di privati («cashback»), andrebbe individuato un punto di equilibrio tra le misure in favore degli esercenti e quelle in favore dei consumatori.
Confcommercio sta lavorando perché sia rafforzato il credito d’imposta, incrementando adeguatamente dotazione finanziaria, soglia di ricavi o compensi richiesta per l’accesso alla misura e percentuale di intervento.