Decreto Rilancio, bisogna fare di più. La nota tecnica | Confcommercio

Decreto Rilancio, bisogna fare di più. La nota tecnica

Pubblichiamo una nota tecnica di Confcommercio sui contenuti del “decreto rilancio”.  Si tratta di un provvedimento che mobilita risorse cospicue (con un effetto sull'indebitamento netto del bilancio pubblico pari - come è noto -  a 55 miliardi di euro). Ciò non toglie che sia confermata la necessità e l’urgenza di  fare di più.  
venerdì 22 Maggio 2020 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

 DECRETO “RILANCIO” decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (G.U. 19 maggio 2020 – Suppl. Ord. n. 21)

E’ importante la scelta di procedere alla soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di conti pubblici e di liberare così l’economia e la società italiana dalla prospettiva dell’automatismo degli aumenti di IVA ed accise.

Ed importanti sono, ancora, gli appostamenti di risorse per il sistema delle garanzie rilasciate dal Fondo centrale per le PMI e da Sace SPA, nonché le misure per l’accelerazione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni.

Giuste le misure volte al sostegno della messa in sicurezza degli ambienti di lavoro (tax credit e contributi INAIL). 

Ma, nello stesso decreto, il principio del ricorso al contributo a fondo perduto a titolo di ristoro delle cadute di fatturato registrate dalle imprese trova una traduzione operativa – riferita al solo mese di aprile, con il “filtro” di accesso dei ricavi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019 e con un meccanismo di percentualizzazione per classi di ricavi – che rischia di generare, a partire dalle imprese più piccole, effetti davvero troppo modesti.  Ne restano inoltre esclusi i professionisti.

Bene la cedibilità del credito d’imposta (riferito al trimestre marzo-maggio) per locazioni commerciali ed affitti d’azienda a locatari e concedenti, nonché a terzi ed al sistema bancario. Essa però non risolve del tutto il problema dei mancati pagamenti dei canoni per crisi di liquidità.

Quanto al rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni, interessanti gli incentivi fiscali alla ricapitalizzazione. Restano invece da approfondire ruolo ed impatto tanto dell’istituendo fondo pubblico per la sottoscrizione di strumenti finanziari emessi dalle imprese, quanto del costituendo patrimonio dedicato di Cassa depositi e prestiti SPA.

Abbuonato il pagamento del saldo IRAP 2019 e del primo acconto IRAP 2020, viene inoltre prorogata a settembre la ripresa dei versamenti dei tributi e dei contributi sospesi per marzo, aprile e maggio. Restano comunque le esigenze di una moratoria fiscale più inclusiva e di più lunghe rateizzazioni.

Bene la proroga fino ad ulteriori 9 settimane degli interventi di cassa integrazione, ma si sconta il vincolo (con l’eccezione dei  settori del  turismo, delle fiere, dei congressi, dei parchi divertimento, dello spettacolo dal vivo e delle sale cinematografiche) della fruibilità delle ultime 4 settimane soltanto nel periodo 1 settembre-31 ottobre.  Anche in questo caso, sarà necessario fare di più.

Sono ad ogni modo confermate le necessità di semplificazione e di tempestività, al netto della verifica degli effetti concreti della concessione diretta da parte dell’INPS dei trattamenti in deroga.

Utile il sia pur emergenziale e limitato (ai soli casi di rinnovo o proroga) superamento dell’obbligo di indicazione di causale per i contratti a termine.   

Si istituisce il reddito d’emergenza, ma restano  di 600 euro le indennità (riferite al mese di aprile) per i lavoratori autonomi iscritti alla relativa gestione INPS, per le partite IVA e per i collaboratori coordinati e continuativi della gestione separata.

Da maggio, l’indennità cresce a 1000 euro per i professionisti, ma in presenza di una riduzione di reddito di almeno il 33 per cento nel secondo bimestre 2020 rispetto al secondo  bimestre 2019.  Mentre, sempre da maggio, per gli autonomi e per le imprese si attiva il canale del contributo a fondo perduto.

Di rilievo il sismabonus e l’ecobonus rafforzati per spese sostenute da persone fisiche. 

Viene disposta l’esenzione dal pagamento della prima rata IMU per tutti gli immobili destinati all’esercizio dell’attività di ricettività turistica e per gli stabilimenti balneari (limitatamente ai casi in cui la proprietà dell’immobile coincida con la gestione dell’attività che vi viene svolta), nonché l’esenzione, fino al 31 ottobre, dal pagamento di TOSAP e COSAP per i pubblici esercizi.

 Ma, su altro versante, un tax credit massimo di 500 euro per nuclei familiari con reddito ISEE non superiore a 40 mila euro non appare invece in grado di suscitare effetti rilevanti ai fini della domanda turistica degli italiani. 

Restano da mettere in campo le risposte all’impatto dell’emergenza sui collegamenti marittimi con le isole e sul settore crocieristico. E, intervenendo sulla composizione del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia di promozione turistica-ENIT, viene soppressa la previsione concernente il rappresentante delle attività del settore turismo nominato dal Ministro, sentite le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative.

Soprattutto, manca un approccio organico al turismo, al sistema dei trasporti e della logistica, all’innovazione diffusa ed alle “regole”, che davvero potrebbe svolgere un ruolo strategico per la crescita del Paese entro ed oltre il tempo dell’emergenza.

E” dunque necessario e urgente fare di più. Confcommercio è già mobilitata in questo senso per ottenere in sede di conversione le modifiche ed integrazioni necessarie al mondo delle imprese.