Spreco alimentare, è entrata in vigore la nuova legge
Le nuove norme prevedono essenzialmente: la semplificazione degli adempimenti burocratici per le donazioni di derrate alimentari alle ONLUS; l’incentivazione dell’utilizzo della cosiddetta doggy bag per i clienti; la possibilità della riduzione della tassa sui rifiuti per gli esercenti più virtuosi.
La FIPE, la Federazione dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, ha appoggiato fin da subito la proposta di legge, contribuendo con audizioni, documenti ed emendamenti alla redazione ed alla limatura del testo, rendendolo più aderente alle esigenze dei pubblici esercizi.
La finalità della legge è quella di favorire il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici ed altri prodotti.
I soggetti che possono cedere gratuitamente le eccedenze alimentari sono quei soggetti pubblici o privati che svolgono attività connesse ad una delle fasi di produzione, confezionamento, trasformazione, distribuzione e somministrazione degli alimenti.
Possono essere donati quei prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, sono, a titolo esemplificativo e non esaustivo: invenduti o non somministrati per carenza di domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; rimanenze di attività promozionali; prossimi al raggiungimento della data di scadenza; rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione; non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione.
Le cessioni gratuite di eccedenze alimentari da parte degli operatori del settore alimentare devono essere destinate in via prioritaria al consumo degli indigenti, mentre le eccedenze non più idonee al consumo possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per altre destinazioni, come il compostaggio.
La cessione riguarda anche la panificazione, i cui prodotti finiti possono essere donati a soggetti che poi li distribuiscono agli indigenti entro le ventiquattro ore successive alla produzione.
Sia coloro che donano il prodotto, sia le organizzazioni che lo distribuiscono, per quanto di rispettiva competenza, devono assicurare un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito ed utilizzo.
Sono previsti benefici fiscali per chi cede a titolo gratuito prodotti alimentari ad indigenti. Infatti per incentivare chi dona agli indigenti i Comuni possono applicare una riduzione della TARI proporzionata alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita ed oggetto della donazione.
E’ prevista una comunicazione telematica mensile delle cessioni gratuite, per le quali è prevista l’esenzione dell’imposta ai sensi del comma 12, art. 10, DPR 633/1972, al fine di evitare che i partecipanti possano sfruttare in maniera impropria i vantaggi, anche fiscali, che la legge connette alla cessione.
Tale comunicazione può non essere inviata se il valore dei beni ceduti non supera i 15.000 euro per ogni singola donazione nel corso del mese a cui si riferisce. Per le cessioni di beni alimentari facilmente deperibili si è esonerati dall’obbligo di comunicazione.
Il Fondo destinato alla promozione e alla riduzione degli sprechi alimentari comprende iniziative volte a promuovere l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo.
Ulteriori informazioni: Confcommercio Umbria, Ufficio Normative, Michela Martini, tel. 075.506711 – m.martini@confcommercio.umbria.it
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