I Quattro Moschettieri della ristorazione, da Castello un esempio per tutti
“L’unione fa la forza, specie in momenti difficilissimi come quello attuale. Per questo, l’iniziativa dei quatto ristoratori di Città di Castello, che hanno trovato un modo nuovo e condiviso di lavorare almeno durante le Festività di Natale e fine anno, ci sembra un esempio assolutamente virtuoso, che va ben oltre la dimensione territoriale”, dice Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria.
I nostri imprenditori del settore ristorativo, tra i più colpiti dagli effetti della pandemia e delle restrizioni conseguenti, hanno dimostrato nei fatti non solo il loro carattere resiliente, ma soprattutto una passione e un amore per il loro lavoro che va ben oltre le enormi difficoltà in cui oggi si trovano. Hanno dimostrato una grande cura per il loro territorio e per i loro clienti, che intendono continuare a tutelare attraverso lo scrupoloso rispetto delle regole per il distanziamento.
Sono un esempio per tutti noi, non solo per i colleghi del loro settore, di come è possibile rispondere alle enormi sfide che la situazione odierna ci pone, in una logica di condivisione e di progettazione comune. Lo sforzo di questa gente seria e laboriosa – aggiunge il presidente Mencaroni – è per Confcommercio e Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, uno stimolo in più per lavorare al loro fianco, in funzione di supporto e di tutela”.
Fipe ha calcolato che per il mondo della ristorazione il mese di dicembre vale 7,9 miliardi di euro, mentre i soli pranzi di Natale e Capodanno valgono 720 milioni. Per ammortizzare queste perdite, sostiene la Federazione nazionale dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, occorrono misure come quelle adottate in Germania: ristoro al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’iva al 5% e tutela dagli sfratti.
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