La legge di Stabilità comincia a prendere corpo | Confcommercio

La legge di Stabilità comincia a prendere corpo

A una settimana dalla scadenza del 15 ottobre confermati gli interventi per stabilizzare il bonus degli 80 euro, abbassare il costo del lavoro per le imprese, sostenere il Jobs act e dare ossigeno alla scuola. Ancora incerto il destino del Tfr, si studia la proroga di ecobonus e bonus ristrutturazioni. Problemi per la tassa unica sulla casa.

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giovedì 2 Ottobre 2014 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Ministeri, Regioni, Comuni. Ma anche sconti fiscali, con interventi ‘selettivì e che non toccheranno le grandi voci, come le detrazioni per i carichi familiari. A una settimana dalla deadline del 15 ottobre, comincia a delinearsi la ‘composizione’ della spending review che dovrà portare circa metà dei 23-24 miliardi necessari per la legge di Stabilità. Mentre arriva lo stop di Bruxelles sul ‘reverse charge’ per l’Iva, una norma anti-evasione che il governo stava valutando di inserire e che poteva portare “almeno dieci miliardi di euro”, come ha sottolineato il premier Matteo Renzi annunciando che “non è arrivata l’autorizzazione dalla Ue”. Sul fronte delle misure, se sono scontati interventi per stabilizzare il bonus degli 80 euro (che potrebbe diventare un taglio ai contributi previdenziali a carico del lavoratore), abbassare il costo del lavoro per le imprese, sostenere il Jobs act e dare ossigeno alla scuola. E’ ancora incerto, invece il destino del Tfr, che si farà solo a patto di non affossare le imprese. Di difficile realizzazione poi, con tempi così stretti, la tassa unica comunale. Mentre dovrebbe essere certa la conferma di bonus ristrutturazioni ed ecobonus che potrebbero addirittura essere prorogati per l’intero triennio 2015-2017, magari con un meccanismo di ‘decalage’. Per il prossimo anno, comunque, assicura il viceministro dell’Economia Enrico Morando, saranno confermati con gli sconti attuali, 50% e 65%. Sul fronte dei tagli, invece, enti locali e strutture centrali dovrebbero essere chiamate a uno sforzo simile: secondo gli ultimi calcoli, infatti, alle Regioni toccherebbe una sforbiciata di 2-3 miliardi (cui si andrebbe però ad aggiungere circa un miliardo da recuperare dalla sanità) mentre i Comuni dovrebbero subire un taglio di 1,7 miliardi, compensato però da 1-1,5 miliardi per avviare il superamento del patto di stabilità interno. La parte del ‘leone’, almeno nelle intenzioni, dovrebbe spettare però ai Ministeri. Finora i ministri hanno presentato una lista di interventi che complessivamente arriva a 3 miliardi. Cifra considerata però insufficiente e che si sta cercando di portare almeno a 4,5 miliardi e possibilmente oltre. Anche in base a questo risultato, che si sta cercando appunto di ‘stressare’ il più possibile, si valuterà l’intervento sugli sconti fiscali che subirebbero al momento un taglio di 6-700 milioni ma con interventi selettivi. Ancora non si è stabilito, però, se la forbice sulle tax expenditures riguarderà singole voci oppure se si punterà sulla ‘equità fiscale’, legando al reddito alcune detrazioni (come quelle per le spese sanitarie o per i mutui, ma anche quelle per i funerali), racimolando magari anche qualcosa per aumentarle per i redditi più bassi. Per sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti, e quindi rilanciare i consumi, si guarda principalmente al Tfr, che portato in busta paga arriverebbe a ‘raddoppiare’ l’effetto bonus. Materia “complessa” su cui si sta ancora lavorando, dice il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, mentre il responsabile economia del Pd Filippo Taddei spiega che il governo punta a garantire “tre principi inderogabili”, libertà di scelta, mantenimento del regime agevolato per la tassazione e assenza di costo per le aziende. E qui entrano in campo le banche che ieri hanno avuto una prima discussione informale su alcune ipotesi emerse nell’incontro col governo. Tra i punti ancora incerti i tassi, che si ipotizza possano essere differenziati superata la soglia dei 50mila euro. Questione ‘complessa’, infine, anche l’altro tema lanciato direttamente dal premier, quello della tassa unica comunale. I tecnici sono al lavoro per unire Imu e Tasi (non la Tari) ma manca un tassello fondamentale, i dati sul gettito 2014 (proprio ieri il Mef ha fatto sapere che le prime analisi per la prima casa si potranno fare solo dopo la scadenza del 16 ottobre). Pur nell’intento di semplificare l’attuale regime, rimane infatti il presupposto che ogni novità vada introdotta a parità di effetti finanziari. L’alternativa potrebbe essere quella di agire velocemente nei primi mesi del prossimo anno, magari inserendo intanto in legge di Stabilità una norma ‘quadrò che indichi il percorso per arrivare alla semplificazione.