"Storica" caduta per il potere d'acquisto delle famiglie | Confcommercio

“Storica” caduta per il potere d’acquisto delle famiglie

Audizione Istat in Senato. "Nel 2012, a fronte di una flessione del prodotto interno lordo del 2,4%, il potere d'acquisto delle famiglie e' diminuito del 4,7%. Si tratta di una caduta di intensità eccezionale, che giunge dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino".

lunedì 10 Marzo 2014 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

“Nel 2012, a fronte di una flessione del prodotto interno lordo del 2,4%, il potere d’acquisto delle famiglie e’ diminuito del 4,7%. Si tratta di una caduta di intensità eccezionale, che giunge dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino”. Lo rileva il presidente facente funzioni dell’Istat, Antonio Golini, ascoltato in Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul rapporto fisco e contribuenti. “L’aumento del prelievo fiscale – aggiunge – ha notevolmente contribuito alla forte contrazione del reddito”. In particolare, Golini ricorda che “il reddito primario, che esprime l’insieme della remunerazione dell’attivita’ produttiva delle famiglie consumatrici, si e’ ridotto rispetto all’anno precedente (-1,4%), subendo gli effetti sia della forte contrazione dei redditi da lavoro autonomo, sia della riduzione dei redditi derivanti dall’attivita’ di locazione. Su questi ultimi ha agito l’imposta municipale sugli immobili (Imu), con oltre il 60 per cento di tale imposta pagata dalle famiglie. Le imposte correnti pagate dalle famiglie consumatrici sono aumentate nel 2012 (+5,7%), di piu’ nel Mezzogiorno (6,7%). Questo aumento, insieme a quello dei contributi sociali (+0,6%), alla contrazione dei trasferimenti (-3,7%), e al lordo di una crescita del 2% delle prestazioni sociali, ha determinato nel 2012 una contrazione del reddito disponibile del 2 per cento”. Il presidente dell’Istat rileva inoltre che, “nel complesso, l’incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio (carico fiscale corrente) delle famiglie consumatrici ha raggiunto il 16,1%, un punto percentuale in piu’ rispetto all’anno precedente e il livello piu’ alto dal 1990. Se a questo si aggiungono le altre imposte, rappresentate essenzialmente dall’Imu, e i contributi sociali effettivi e figurativi, l’incidenza del carico fiscale e contributivo corrente sul reddito disponibile tocca nel 2012 il 30,3% in aumento rispetto all’anno precedente (29,4%)”. Infine, l’Istat ricorda che “secondo la Commissione Europea, l’aliquota marginale massima sul reddito varia molto tra i Paesi: l’Italia si colloca sopra la media europea, con una aliquota massima pari al 47,3% rispetto ad una media del 38,9% della Ue e del 44,5% dell’area euro. A partire dal 2010, nell’Unione c’e’ stata una tendenza verso l’aumento dell’aliquota massima, probabilmente attribuibile alle misure di contrasto degli effetti della crisi economica e finanziaria”.