Troppe tasse, parte il ricorso pilota di Federalberghi | Confcommercio

Troppe tasse, parte il ricorso pilota di Federalberghi

Strutture ricettive schiacciate da tasse e tariffe. Nel lanciare un accorato appello ai sindaci, vecchi e nuovi, dei Comuni umbri, Federalberghi della provincia di Perugia – Confcommercio annuncia l’avvio di un ricorso pilota nei confronti del Comune di Spoleto, a tutela di sette alberghi che si sono visti recapitare avvisi di pagamento da capogiro in materia di Tarsu.

mercoledì 2 Luglio 2014 | iconCONDIVIDI iconSTAMPA

Lo sostengono da anni, lo hanno ribadito anche in vista delle ultime amministrative nel confronto con i candidati a sindaco: tasse e tariffe locali pesano come macigni sulle attività ricettive e i Comuni, attraverso la leva fiscale, possono decidere se continuare a penalizzare le imprese ricettive limitandone la competitività o rivedere l’attuale sistema di prelievo in senso più equo.
Nel lanciare un accorato appello ai sindaci, vecchi e nuovi, dei Comuni umbri, Federalberghi della provincia di Perugia – Confcommercio annuncia l’avvio di un ricorso pilota nei confronti del Comune di Spoleto, a tutela di sette alberghi che si sono visti recapitare avvisi di pagamento da capogiro in materia di Tarsu.
Uno dei sette alberghi ad esempio, dopo una prima richiesta di 33 mila e 600 euro iscritti a ruolo per l’anno 2013, ha ricevuto un secondo avviso per un saldo di ulteriori 20 mila e 700 euro. Complessivamente, insomma, si tratta di cifre di tutto rispetto, che gli imprenditori non possono e non vogliono pagare.
“Nel caso specifico – commenta Federalberghi della provincia di Perugia – il Comune di Spoleto ha creduto, erroneamente, di poter coprire i costi del servizio per lo smaltimento dei rifiuti con una ulteriore pesantissima tassazione in capo alle imprese. Abbiamo perciò deciso di intraprendere la strada del ricorso verso la Commissione tributaria provinciale di Perugia a tutela delle imprese: una azione “pilota”, che non è escluso si possa ripetere altrove, in Umbria e nel resto d’Italia”.
Uno studio di Federalberghi ha dimostrato che con il passaggio dalla TARSU/TIA alla TARES, e dal 2014 alIa TARI, il tributo comunale sui rifiuti cambia nome ma non cambia nella sostanza, rendendo la pressione fiscale per le imprese del settore ricettivo sempre più gravosa.
Il tributo comunale sui rifiuti si aggiunge infatti all’IMU, alla TASI e, dove c’è, all’imposta di soggiorno, penalizzando in modo particolare le imprese ricettive e rendendole sempre meno competitive.
Oltre alla TARI, nell’anno 2014 le strutture alberghiere verseranno circa 900 milioni di euro di IMU e TASI. Il solo possesso dell’immobile costerà in media ad ogni albergo 26.487 euro, pari a 817 euro per camera.
“Gli incrementi finora registrati nella tassazione sui rifiuti – aggiunge Federalberghi della provincia di Perugia – risultano oltremodo iniqui in quanto derivano dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta.
Per il settore ricettivo non è più rinviabile la revisione dell’attuale sistema di prelievo, che deve tenere conto della reale produzione di rifiuti, assimilabili a quelli prodotti dalle utenze domestiche.
In questo momento i Comuni hanno un ruolo importantissimo: con la scelta delle tariffe ed il riconoscimento o il diniego di agevolazioni ed esenzioni, sono in grado di influenzare considerevolmente il peso fiscale ed i costi per le imprese, creando vantaggi o svantaggi competitivi sul territorio di competenza”.
Per quanto riguarda l’Imu, secondo Federalberghi dovrebbero essere diminuite le aliquote tenendo conto che gli alberghi sono immobili che hanno fini strumentali.
Un ulteriore capitolo è quello dell’imposta di soggiorno – istituita in Umbria dal Comune di Perugia – altra potente arma in mano alle amministrazioni locali, in grado di colpire pesantemente molte imprese alberghiere, non più in grado di competere non solo sul mercato internazionale ma anche con le imprese che operano in Comuni che non la applicano.
Tra il 2008 e il 2012 – secondo uno studio di Confcommercio – il prelievo locale è aumentato del 5,6%, più di quanto avvenuto a livello centrale (+3,5%); nel solo 2012 è cresciuto del 7,8% sul 2011;  rispetto al 1990 addirittura del 650%. Non solo questo ha contribuito ad aggravare la crisi economica, ma ha anche creato un pericoloso clima di incertezza, per famiglie e imprese.